La società 5.0 è un nuovo stadio dell’evoluzione umana, definito da molti anche come Umanesimo digitale, ovvero l’utilizzo di tutte le tecnologie per il benessere dell’uomo e dell’umanità. In questa nuova era, il digitale è la soluzione al problema, e deve essere utilizzato per costruire la sostenibilità economica, ambientale e sociale, con effetti positivi sulla mobilità, sulla riduzione dell’inquinamento e delle disuguaglianze. In due parole: “Social Innovation”.
Che cos’è la SOCIETÀ 5.0
Il concetto chiave della SOCIETÀ 5.0 è molto semplice, automazione, IoT, Big Data, Intelligenza Artificiale, sono strumenti per migliorare la qualità della vita. L’efficacia della tecnologia e dei nuovi modelli di business, si misurano dai cambiamenti positivi nella vita delle persone e dalla creazione di valore condiviso. Per avanzare verso questo nuovo stadio dell’evoluzione, però, la tecnologia da sola non basta: serve la cooperazione tra pubblico, privato e società civile. La Società 5.0 non è solo evoluzione tecnologica ma, più in generale, umana.
Quali obiettivi si pone la SOCIETÀ 5.0
Gli obiettivi della SOCIETA’ 5.0 sono anche gli obiettivi dell’Agenda 2030, adottata da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015. L’agenda 2030 fornisce un modello condiviso per la pace e la prosperità per le persone e il pianeta, ora e nel futuro. Al centro ci sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, che sono un invito urgente all’azione da parte di tutti i paesi, sviluppati e in via di sviluppo, in un partenariato globale.
Porre fine alla povertà e ad altre privazioni deve andare di pari passo con strategie che migliorano la salute e l’istruzione, riducono la disuguaglianza e stimolano la crescita economica, il tutto affrontando i cambiamenti climatici e lavorando per preservare i nostri oceani e foreste.
Le sfide per il nostro paese
Il progressivo invecchiamento demografico, la spesa pubblica in aumento, le risorse limitate, inquinamento, diseguaglianze e competizione internazionale, non devono essere vissute come problemi ma come opportunità per abbracciare la Società 5.0. Gli effetti devono avere ricadute concrete e misurabili sulla salute, sulle finanze e sul benessere dei cittadini, vediamo alcuni esempi:
- Ottimizzazione delle infrastrutture: sviluppare nuove tecnologie, come i treni a guida autonoma e raccogliere dati per ottimizzare la frequenza delle corse, con l’obiettivo di avere servizi più efficienti e incentivare l’uso dei mezzi pubblici, riducendo così la congestione stradale e le emissioni di gas serra.
- Implementare un sistema di gestione e di controllo automatizzato per evitare gli sprechi energetici, grazie alla raccolta e all’analisi continua di dati, si potrebbe interventi tempestivamente in caso di guasti.
- Uso di robot diagnostici/terapeutici, ad esempio per la riabilitazione, per il settore della sanità e cura della salute. Utilizzo di innovazioni tecnologiche per diagnosi precoci, con riduzione dei costi sanitari.
Le tecnologie della SOCIETÀ 5.0
Si farà uso di molte tecnologie, alcune già applicate dall’ industria 4.0, alcune ancora in sviluppo, tra le più diffuse:
- IoT – Internet of Things;
- Robot;
- AI: Artificial Intelligence.
- Big Data.
Importantissimi i big data, perché spesso l’innovazione passa dalla capacità di raccogliere ed elaborare informazioni. Anche se il dato è un bene immateriale, non vuol dire che non richieda strutture concrete: sono i data center, luoghi fisici che mettono in moto l’economia digitale. In Italia, l’occupazione nel settore dovrebbe crescere esponenzialmente raggiungendo le 649.000 unità nel 2020, per un valore di mercato di 4,6 miliardi di euro. I data center, però, sono energivori. Batterie evolute, di dimensioni ridotte, monitorabili a distanza permettono di migliorare i servizi e di ridurre le emissioni. In Italia potrebbero tagliare 70 mila tonnellate di CO2 l’anno.
Poiché la maggior parte dei cosiddetti lavori di routine verranno sostituiti dalla Intelligenza Artificiale e dai Robot, l’uomo per affrontare le sfide del futuro avrà bisogno di immaginazione per cambiare il mondo e di creatività per materializzare nuove idee. Saranno inevitabilmente necessarie nuove skills, come ad esempio coloro che saranno in grado di interagire con i Sistemi Digitali, individuare e risolvere i problemi relativi alle gestioni con l’Intelligenza artificiale, ecc.
La lista di esempi potrebbe continuare, anche perché la Società 5.0 non è solo evoluzione tecnologica ma, più in generale, umana. La sua adozione richiede competenze e modelli organizzativi nuovi. Per sfruttarne le potenzialità, il nostro Paese deve colmare alcune lacune. Prima fra tutte la mancanza di competenze digitali: solo il 36% degli italiani è in grado di utilizzare Internet in maniera complessa e diversificata. L’istruzione e la formazione giocano quindi un ruolo decisivo. Non ci sono alternative: senza digitale, la maggior parte delle aziende è destinata a scomparire. E potrebbe non bastare. Imprese, università e sistema educativo, attori dell’innovazione e governo, devono collaborare, andando oltre l’allergia alla partnership e all’innovazione partecipata. Solo così la Società 5.0 può evolvere spostando il focus dallo sviluppo dei dispositivi alla diffusione del benessere. Con l’uomo al centro.